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È un'anima sentinella quella di Elena Giulia Belotti, la cui voce poetica risuona di una certa cristallina limpidezza in un percorso di delicati equilibri stilistici e formali. È una poesia che nasce nella nebbia, ha il sapore di antiche sapienze e non è un caso che il titolo, Taraxacum officinale, riporti alla memoria quella conoscenza della natura che appartiene per prima cosa alle donne, una sapienza che le lega indissolubilmente alla natura, al ciclo delle stagioni, al ritorno ad un modo di intendere l'esistenza in base ai ritmi interiori e non alle imposizioni del progresso. Sembra infatti che alla base di questa scrittura vi sia una fondamentale dicotomia tra natura e cultura, che si potrebbero leggere come riferibile l'una alla femminilità e l'altra alla virilità, ma le parole di questa silloge vanno alla ricerca di un'archetipica origine. E si sa che l'origine è sempre donna.